Il Dialetto di Calascio

CHE COS’È IL DIALETTO?

Il dialetto si definisce tale quando i parlanti di due forme linguistiche diverse riescono a comprendersi nonostante le differenze linguistiche, in quanto queste non provocano grandi problemi di comunicazione. Inoltre i parlanti di un dialetto possono avere un accento diverso così come la struttura grammaticale e/o il lessico, anche se non parlano una lingua differente. Secondo Edward J. Vajdia, uno studioso di linguistica storica presso la Western Washington University, “la differenza principale tra dialetti e lingua è in parte linguistica e in parte basata sulla...politica o sulla cultura.”

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Antonacci, Roscetti & Iocca, Calascio 2013. Foto, Calascio.com

Dal 1861 al decennio del 1960

Prima dell’unificazione dell’Italia nel 1861 non esisteva un sistema scolastico o una struttura politica unificati. L’Italia era costituita da feudi, ducati e dallo Stato Pontificio, in Abruzzo la regione era governata dai regni controllati prima dalla Spagna e dopo dalla Francia, durante il regno di Napoleone Bonaparte. Senza l’unificazione politica e con una lunga influenza di governi stranieri, insieme alla mancanza di istruzione, i dialetti italiani erano non solo un prodotto del territorio ma venivano anche preservati. Il dialetto era nato anche dall’isolamento in quanto viaggiare da un paese all’altro era difficile e pericoloso. La mancanza di comunicazione con il resto degli italiani contribuiva alla formazione di dialetti locali e regionali.

Dopo l’unificazione il dialetto rimane la lingua dominante di comunicazione tra gli italiani della classe operaria, della popolazione rurale e delle aree urbane. Al contrario, gli italiani dei ceti sociali privilegiati ne approfittano dell’istruzione formale che permette loro di parlare in modo grammaticalmente corretto. Dopo il primo censimento dell’Italia a livello nazionale nel 1871, le statistiche rivelano un significante tasso di analfabetismo. In risposta a ciò, un’iniziativa per promuovere l’istruzione su scala nazionale diventa una delle preoccupazioni principali, da cui ne deriva l’allontanamento dalla scolarizzazione controllata dalla Chiesa per passare ad un’istruzione patrocinata dallo Stato.

Durante il periodo in cui il Partito Fascista era al potere (1922-1943) il governo crea un sistema educativo comprensivo che inizia dalle scuole elementari e si completa con l’università. Il governo inoltre innalza l’età obbligatoria di istruzione da 11 a 14 anni. Nonostante questi vantaggi bisogna aspettare al dopoguerra, quando ad un maggiore accesso all’istruzione si associa la diffusione di alcuni programmi della televisione che aiutano a standardizzare la lingua italiana. Mentre la società italiana diventa sempre più istruita, l’uso del dialetto dopo la seconda guerra mondiale viene associato ad uno status socio-economico basso. I cambiamenti del sistema scolastico nei primi anni ’60 garantiscono ai bambini una maggiore opportunità di frequentare la scuola. Il risultato che ne deriva è l’eliminazione del dialetto dalla generazione degli italiani cresciuti nell’era del dopoguerra.

Il dialetto abruzzese

Il dialetto italiano si divide in quattro sottogruppi: il gruppo del nord, del centro, della parte superiore e della parte inferiore del sud. Il dialetto dell’Abruzzo è spesso qualificato come dialetto della parte superiore del sud. Linguisticamente l’Abruzzo ha due zone dialettali: la provincia dell’Aquila con caratteristiche dialettali del centro e le province di Teramo, Pescara e Chieti con caratteristiche dialettali del sud Italia. A seconda della provincia, i dialetti originari della stessa area posso presentare differenze nella fonetica e nella sintassi.

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Foto, www.worldimmigration.it

CALASCINO

Il dialetto di Calascio è denominato Calascino ed è una micro variazione del dialetto abruzzese della provincia dell’Aquila. Il Calascino ha le sue regole grammaticali e queste cambiano in base all’età del parlante, se si tratta di nativi (nati a Calascio). Nel 2013 Calascio.com ha preso un campione informale dell’uso del dialetto tra 7 donne e 7 uomini nati e cresciuti a Calascio. Tutti e 14 i nativi potevano parlare e comunicare in calascino ed erano tutti nati prima del 1948. Calascio.com ha inoltre scoperto che i parlanti del dialetto calascino nati al di fuori dell’Italia prima del 1948 nella Comunità Europea, negli Stati Uniti o in Canada, da genitori che parlavano in calascino a casa, tendevano ad usare una serie di pronomi più vecchi e diversi rispetto ai 14 parlanti di Calascio. L’uso diverso dei pronomi potrebbe essere attribuito all’isolamento che ha permesso la conservazione di un calascino più vecchio, precedente alla seconda guerra mondiale, e che rimane più forte tra i parlanti al di fuori del paese.
Le differenze dei pronomi sono annotate qui di seguito. Calascio.com ringrazia Giuseppe “Peppino” Antonacci per la traduzione grammaticale e le frasi dall’italiano al calascino.

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I pronomi in Calascino

io = i
tu = tu
lui = ess or quir’ (pronounced "ehss" or "khirre")
lei = essa or quela
noi = no
voi = vo
loro = essi

Il verbo andare in Calascino

Presente Indicativo

Io vado // “i vang”

Tu vai // “tu vi”

Lui/Lei va // ess va’ , essa va’ (in older dialect form this is pronounced "quir’ va" for lui and "quela va" for lei)

Noi andiamo // “no iamm”

Voi andate // “vo itt” also pronounced “vo att”

Loro vanno // “essi vann”

Passato Prossimo

Io sono andato // i c’hai stat

Tu sei andato // tu c’ii stat

Lui/Lei è andato // ess c’ha stat, essa c’ha stat (in older dialect form this is pronounced "quir’ c’ha stat" for lui and "quela c’ha stat" for lei)

Noi siamo andati // “no c’semit” also pronounced “no c’semit stat”

Voi siete andate // “vo c’set” also pronounced “vo c’set stat”

Loro sono andati // “essi c’iann” also pronounced “essi c’iann stat”

Futuro

io andrò // “i c’vang”

Tu andrai // “tu c’vi”

Lui/Lei andrà // ess c’va’ , essa c’va’ (in older dialect form this is pronounced "quir’ c’va" for lui and "quela c’va" for lei)

Noi andremo // “no c’iamm”

Voi andrete // “vo c’vann”

Loro andranno // “essi c’vann”

Frasi italiane in Calascino

Maybe one day I’ll go there // In Italian: Forse un giorno ci vado.

In Calascino: “Fors’ nu’iorn c’vang”

Pronounced: forss-nuyorn-chee-vahngay

You must go there! // In Italian: Ci devi andare!

In Calascino: “O c’daii”

Pronounced: oh-chee-dai

Have you all gone to mass? // In Italian: Siete andati a messa?

In Calascino: “Vo c’itt alla missa?”

Pronounced: vo-cheet-alla-meeza

Vocabolario Calascino

English: The pencil // Italian: La matita // Calascino: "Ru’laps".

Pronounced: roo-lahp’s

English: The tree // Italian: l’albero // Calascino: "Ru’albbre".

Pronounced: roo-albray

English: The pastry board // Italian: La spianatoia // Calascino: "La Spinatora".

Pronounced: la spin-a-tora

English: The wrist watch // Italian: l’orologio // Calascino: "Ru’allorg’".

Pronounced: roo-allorg